domenica 23 febbraio 2020

CORONAVIRUS


Quando l'uomo si allontana da Dio, come fece il figliol prodigo, l'uomo si perde, è confuso, prende strade con il cuore in tumulto e spesso "finisce male".

Ma l'uomo può tornare, e il Padre Celeste sarà lì ad aspettarlo. Perché lo ama: ogni padre (degno di questo nome) ama i suoi figli e non li abbandona, ma li lascia andare, non ha paura dei loro peccati, degli oltraggi che potrebbero fare al Padre stesso. Perché amare significa lasciare libero. Amore è libertà. Fino alla fine Egli desidera strapparci dalla morte, non quella fisica bensì quella del nostro cuore, della nostra anima e anche della nostra mente.
Quando viviamo nel peccato, quasi non lo vediamo più.
Poi però siamo costretti a vederlo. Vediamo lo schifo che abbiamo combinato.

Sono anni che la letteratura, il cinema, il teatro, la musica, ci ammoniscono di quanto alla fine è successo.
Che questo virus sia foriero di un' immensa Grazia: tornare al Padre, chiedendo perdono.
Chi muore con lo sguardo a Dio è già salvo, e non ha paura perché sa che sta tornando al Padre e alla Madre Celesti che non hanno mai smesso di amarlo. Per gli altri, che Dio illumini il loro cuore, che i Suoi insegnamenti siano faro per le menti, che la fragilità umana sia ammessa e diventi nuova forza rigenerante. 

Oggi in Chiesa l'acquasantiera era vuota, e nessuno ha potuto scambiarsi fisicamente il Segno di Pace. Ma mai ho sentito così tanta forza nella preghiera e tante persone che si guardavano negli occhi.
Che Dio ci perdoni, ci accompagni fino a Sè, e ci dia la Grazia della Fede.





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