Il covid è reale. Esiste e uccide, se il corpo non è sano. E anche chi sopravvive, ha danni permanenti.
Ho una sorella medico che è stata all'inferno per mesi.
Quindi sono perfettamente d'accordo nel limitare i danni: indossare la mascherina in luoghi chiusi, limitare le visite a parenti e amici per il loro bene, curare il corpo, essere puliti, rispettare le regole basilari dell'igiene personale.
Ma invece di volgere in positivo la disgraziata presenza di questo virus, che non è assolutamente casuale, (solo a chiedersi perché sia successo ora è già una risposta) si è creato solo un gran caos; se i luoghi di socialità sono "out," benissimo, dedichiamoci allo studio, all'ascolto musicale, alla lettura, alla visione di pellicole degne di questo nome.
Vediamo pochi sinceri amici, dialoghiamo con sincerità, invece di buttarci in luoghi rumorosi dove impera la gozzoviglia fine a se stessa. Dedichiamoci alle nostre famiglie dove il dialogo è troppo spesso sostituito dai telefonini. Dedichiamoci alla cultura che non è sostituibile con la tecnologia.
I giovani avrebbero potuto ritrovare la loro anima più vera.
Covid, nella sua disgrazia, avrebbe potuto far capire che era necessario cambiare prospettive economiche, evitare gare di produzioni, sostituire il benavere col benessere autentico. Invece ha generato una serie di equivoci, cattiverie, ha estremizzato le persone, ha monopolizzato le informazioni, ha separato invece di unire e far pensare.
Che la terra sia lieve a chi non c'è più e possa il Bene illuminare chi è ancora qui e sopravvive nella cattiveria e nell'equivoco. Che Dio ci perdoni; a distanza di più di 2000 anni siamo gli stessi: non sappiamo ciò che facciamo.
Nessun commento:
Posta un commento